Melodia di Daniele Bonfanti

Quando si intraprende la lettura di un romanzo di una persona conosciuta, per di più un amico, è sempre difficile essere obbiettivi. Perché si pensa sempre a chi l'ha scritto, che c'era lui dietro la tastiera, davanti al monitor e non si viene coinvolti dalla storia.
Non è successo. Melodia mi ha catturato, mi ha trascinato nella trama e io mi sono lasciato cullare docilmente. Daniele Bonfanti non è uno che gira troppo intorno alle parole, alla trama, ai fatti. È diretto, preciso, pulito, senza inutili fronzoli ad arricchire il testo. E questo mi piace, anche se un po' all'inizio disorienta, soprattutto per chi è abituato a leggere tomi alla Stephen King.
Mi era già successo con la sua prima opera, L'Eterno Sogno, in cui faticavo a carburare, per poi, comunque, farmi catturare dalla trama. In Melodia si nota il processo evolutivo dello scrittore, la maturità d'autore, anche se qualcosa dello stile giovanile rimane, in positivo, naturalmente.
In questo romanzo sono condensate decine di idee che potrebbero costituire benissimo altrettanti romanzi, ma Daniele ha saputo amalgamare il tutto con invidiabile maestria, portando a conoscenza del lettore teorie nemmeno tanto fantascientifiche, in un insieme di generi che tengono legato l'occhio alla pagina. C'è il mistero, l'orrore, la fantascienza, il giallo, il thriller, in un caleidoscopico intreccio che lascia senza fiato fino alla fine, in cui il mistero della Melodia viene rivelato.
Ok, penserete voi, il tuo giudizio non è obbiettivo comunque, perché è un tuo amico, il romanzo fa parte del catalogo della tua casa editrice e quindi è logico che ne parli bene.
D'accordo, ma io vi consiglio comunque la lettura di questo romanzo.
Non ve ne pentirete.

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