Intervista a Federica Maccioni

Intervista a Federica Maccioni, vincitrice della XXI edizione di USAM con il racconto Metz Yeghern.

Davide Cassia: E siamo a quattro. Complimenti per aver vinto l'ennesima edizione di usam. Ormai non so più che domande farti.
Federica Maccioni: Allora, mentre sei afasico approfitto qui per dire che dedico questa quarta vittoria a tutto lo staff dei XII e a tutti i ragazzi diusam, che in questo anno e mezzo si sono presi la briga di leggere e debitamente macellare i miei racconti. Se qualcosa ho ottenuto lo devo a tutti loro. GRAZIE RAGAZZI!!!
Per questo racconto in particolare, però, che per me è molto importante, i ringraziamenti si estendono agli amici della Comunità Armena di Roma. Mi hanno aiutata con il materiale e le fonti e hanno rivisto la parte storica aiutandomi a migliorarla e renderla più precisa. Se posso pubblicare nella sezione “Storie” è per loro gentile concessione, visto che il racconto appartiene a loro. Anzi, approfitto qui per dire che chi volesse conoscerli meglio può andare a trovarli sul loro sito www.comunitaarmena.it e leggere Akhtamar On Line, il loro bollettino, qui: www.comunitaarmena.it/akhtamar.html

D: Non è che non hai più stimoli per continuare a partecipare?
F: Mah, non direi. usam è sempre molto divertente e formativo, il problema è che non ho più racconti... veramente ne ho ancora uno, e forse lo posterò, ma l'idea di fondo che ho in questo periodo è un nuovo romanzo. Mi sta ronzando per la testa da mesi, ma non riesce a decollare, e i racconti sono passati per il momento in secondo piano. Ma non è detto che in futuro...

D: Nel tuo racconto parli di un argomento drammatico e orribile, il genocidio. Pensi che l'umanità abbia imparato dagli errori della storia?
F: No, non credo. Imparare presuppone la volontà di farlo, e non credo che questa volontà ci sia a livello di poteri forti, altrimenti non avremmo avuto il Ruanda, il Kosovo, Milosevic, Timor Est, la Birmania... Non avremmo le decine e decine di guerre dimenticate sparse in giro per il mondo e, aggiungo, finanziate dalle strutture di potere (economico e politico) occidentali per vari motivi geopolitici che non è il caso di analizzare qui, o verrebbe un discorso lunghissimo.

D: Credi che la pace tra i popoli sia un'utopia?
F: Sì purtroppo. Perché come dicevo manca a vari livelli la volontà politica di mantenere le condizioni per favorire la pace. Perché la guerra è un business remunerativo da un punto di vista economico (come la ricostruzione, fra l'altro). Perché una popolazione locale in stato di guerra permanente è facilmente sfruttabile per fini poco limpidi e poco etici, e il suo territorio è agevolmente depredabile di risorse e materie prime, la manodopera e la carne da cannone si trovano con facilità fra i disperati che hanno perso tutto, bambini compresi. Perché una popolazione mondiale in stato di costante minaccia è facilmente manipolabile da un punto di vista politico ed economico. La pace non conviene a nessuno, tranne alle vittime... ma qualcuno mai nel corso della Storia si è preoccupato delle vittime? Il nostro tempo non fa eccezione.

D: Credi che uno scrittore prima o poi debba impegnarsi nel sociale con il suo lavoro o può rimanere tutta la vita uno scrittore di evasione?
F: Deve deciderlo lui, secondo me. Io non riesco a scrivere solo storie di evasione, ma fa parte del mio carattere. C'è chi ci riesce egregiamente, invece, e meno male che ci sono scrittori così. Altrimenti sai che noia, solo scrittori “impegnati”! Ci vogliono entrambi i tipi di scrittori, a mio parere.

D: Secondo te in futuro sparirà la carta stampata?
F: Spero di no. Vuoi mettere la soddisfazione fisica di sfogliare un libro, annusarlo, toccarlo, guardarlo... non c'è foglio elettronico che tenga, anche se mi rendo conto che a livello di deforestazione potrebbe essere auspicabile che la carta stampata effettivamente sparisca. Il riciclo non è una vera soluzione, spesso i metodi usati per riciclare la carta sono più inquinanti di quelli usati per produrre la carta “normale”. La soluzione potrebbe essere una nuova tecnologia di riciclo, ma qui torneremmo al discorso sulla volontà politico/economico di impiegare risorse per qualcosa che sia di beneficio per tutti e non per pochi...

D: ... e ci sarà ancora posto per la fantasia e gli scrittori?
F: Questo spero proprio di sì!

D: La vendita on-line supererà mai quella nelle librerie, secondo te?
F: Questo non saprei. Da quel poco che so, la vendita on-line è in crescita, ma quella nelle librerie regge ancora bene. Non so rispondere, non sono brava con le indagini di mercato, ma so che i “libridinosi” amano il contatto fisico con il libro, come dicevo poco fa, perciò non so. Io spesso compro su ibs per una questione di comodità, di sconti, ecc, ma in genere il libro che scelgo me lo sono già preventivamente coccolato per benino in libreria...

D: Pensi l'Italia sia svantaggiata rispetto all'estero per gli autori che vogliono farsi conoscere (penso alle agenzie letterarie americane che funzionano anche come talent scouting)?
F: Non so come funzionino le agenzie in America, e neppure all'estero, per la verità, ma mi pare che in Italia il mercato editoriale, emergenti compresi, funzioni un po' come tutto il resto nel nostro paese. Per nepotismo, raccomandazione, domande/offerte poco limpide. Certo, ci sono le eccezioni, per fortuna, ma non è che vedo tutto questo fiorire di nuovi autori in Italia, anche se qualcuno c'è. Non so se dipende dal fatto che l'editoria è blindata per gli emergenti, o da altri fattori concomitanti, ma di sicuro il sistema vigente non aiuta, direi.

D: Parliamo di usam: quale formula credi sia migliore per postare i racconti e quali limiti, regole trovi giuste o sbagliate?
F: Adesso come adesso mi pare che le innovazioni introdotte stiano funzionando bene. Il limite di quindici racconti lo trovo ideale, anche se c'è un pochino di corsa il primo del mese per postare in tempo, ma fa parte del gioco ed è divertente. E poi, soprattutto per chi deve commentare, quindici racconti sono un limite accettabile, e visto che i commenti sono la chiave di usam mi pare che favorire in questo modo il lavoro dei commentatori sia una buona scelta. Certo prima era più comodo, uno postava con calma quando voleva, fino al dodici del mese c'era tempo e non c'era limite numerico. Uno se la poteva prendere comoda, ma anche così è interessante e non si perde in divertimento. Sono anche contenta del nuovo premio! I Corti sono un bel libro, e fra l'altro approfitto qui per dire che dopo aver letto i Corti, mio figlio ha fatto un tema a scuola usando alcune formule narrative apprese leggendolo, e si è cuccato un bel 9! Al che gli ho subito fatto leggere i vari thread nella sezione del forum “Mestiere dello Scrittore”, dalle “d” eufoniche agli avverbi in mente, giusto tanto perché non prenda cattive abitudini. Ma, dicevo, ne ho tre, due li ho già impacchettati e regalati, ma avere l'opportunità di scegliere un altro libro è una buona occasione.

D: Grazie di tutto e arrivederci alla prossima vittoria.
F: Grazie a XII per tutto, ragazzi. Come ho già detto poco fa e ripetuto sul forum, se ho ottenuto qualche risultato, lo devo molto al lavoro fatto su usam da tutti quelli che ogni mese si prendono l'onere (e diciamo anche il piacere, almeno per me lo è), di leggere e commentare i racconti. Per me è stato utilissimo!
Ciao a tutti e alla prossima edizione di usam.

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