La Spada di Lehar

Dopo il primo fortunato romanzo, ho mollato il colpo per un po' dedicandomi ad altro. Tipo la gnocca, ad esempio.
Ho sempre avuto velleità da poeta e ne ho scritte migliaia, la maggior parte custodite in un quadernetti schifidi con pagine bisunte. Erano terribili, soprattutto quelle amorose. Ho già detto altre volte cosa penso della poesia: bisogna essere molto bravi e ispirati, altrimenti non si crea altro che aria fritta. Sono sempre del parere che la poesia è a stato d'animo del momento e molto soggettiva. In tutti questi anni ho sperimentato molto e alcuni dei miei lavori li potete trovare anche su questo blog.
Nel periodo di tempo tra il primo e il secondo tentativo di stesura di un capolavoro ho anche scritto racconti, ancora molto acerbi e pure troppo horror.
Ma non rinnego nulla, sono fasi della crescita di uno scrittore e non si finisce mai.
Mi cimentai in un secondo romanzo dopo cinque anni da Lo Scettro del Potere, con un nuovo fantasy. All'epoca avevo diciannove anni, quindi un po' più maturo, ma non troppo. Frequentavo la 4a superiore (sono stato cannato un paio di volte, per la gioia dei miei detrattori) e invece di seguire le lezioni scrivevo a mano sui fogli coi buchi. I professori mi credevano molto diligente perché prendevo sempre appunti.
Ricordo che la penna aveva la china verde, forse perché mi ricordava un'edizione de La Storia Infinita in mio possesso con l'alternanza di storia tra colore rosso e verde.
Il genere era sempre fantasy, il titolo La Spada di Lehar e il plot era praticamente identico al precedente: questo importante cimelio viene rubato dalla citta di Versilia (sì, come la famosa regione toscana) e viene incaricato un solo uomo di recuperare l'oggetto. Tale Alexander, cavaliere di belle speranze, accompagnato dal suo fido falco di nome Kagi. In realtà il falco è un uomo trasformato da una maledizione in uccello, ma non si trasforma di notte e non ha una relazione con Alexander, non temete. (cit. Ladyhawk, per chi non se lo ricordasse).
Alexander inoltre possiede dei poteri ESP: telecinesi, telepatia (ma solo con il falco) e sa fare anche di conto. Tra mille periperzie (e ripeto, mille) riuscirà a portare a termine il compito assegnatoli.
È il primo romanzo che ho concluso. Si nota un evoluzione nello stile rispetto allo Scettro - e vorrei anche vedere - e una certa proprietà di linguaggio. I personaggi, seppur stereotipati, hanno comunque una caratterizzazione discretamente riuscita. Per il resto, a parte i poteri ESP, è un fantasy classico.
Anche questa imperdibile opera risiede in un angolo sperduto del mio appartamento, nel suo raccoglitore ad anelli originale, con le pagine scritte fitte fitte a mano, con inchiostro verde.
Anche questo non vedrà mai la luce del sole, se non dietro assegno milionario, oppure sarà pubblicato postumo (aspetta che mi tocco).
La prossima volta vi parlerò di Pallida Luna, secondo romanzo concluso e decisamente oribbile.

1 commento:

  1. Macchè detrattori, qui siamo tutti fans (ventilatori)!

    P.S. Non sei mica l'unico ad essere stato cannato due volte...

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