Il Marito di Dean Koontz

Anno: 2008
Pag: 358
Editore: Sperling & Kupfer

Mitch è inginocchiato ad aggiustare un irrigatore sotto il sole californiano quando arriva la telefonata che gli sconvolgerà per sempre la vita. Qualcuno ha rapito sua moglie, e ora le sta facendo del male. Urla da gelare il sangue. Il riscatto è di due milioni di dollari, da versare entro sessanta ore.

Koontz è uno dei miei autori preferiti. Credo di aver letto di lui buona parte della sua bibliografia e ne ho ancora in arretrato. Certo, non lo paragono al mio preferito di sempre, King, ma comunque trovo sempre molto piacevole leggere le sue storie.
Intendiamoci, al pari del Re, Dean scrive romanzi molto pop, da supermercato, non da palati raffinati. Ma in realtà a me, come ho sempre detto quasi in ogni recensione, non mi frega una cippa di essere raffinato, e chi mi conosce sa anche perché.
Se leggo un thriller, cazzarola, mi devo divertire, e Il Marito, senza infamia e senza lode, lo fa. Definirlo adrenalinico forse è un o' esagerato, diciamo che non vedi l'ora di sapere come andrà a finire, e questo è bene.
Di contro il buon Dean ha sempre la tendenza a dipingere i buoni troppo buoni e i cattivi troppo cattivi. In questo romanzo lo stacco è meno evidente come in altri (prendo ad esempio Il cattivo fratello o Senza Tregua), ma comunque, anche se le caratterizzazioni dei personaggi sono intriganti, sicuramente hanno questa piccola pecca.
Sta di fatto che me lo sono ciucciato in due settimane, complici anche turni di reperibilità snervanti, ma comunque l'ho finito in breve e con goduria.
Non è il romanzo migliore di Koontz, ce ne sono altri che lo superano di brutto (Le Lacrime del Drago, Il Posto del Buio), altri che mi hanno emozionato di più, ma questo è una piacevole passeggiata nei sentimenti umani e nello sconvolgimento di una vita e di ciò che può fare un uomo per amore.
Non ci sono elementi paranormali, extrasensoriali, horror o fantasy in questa opera, solo sano pathos. A volte gli elementi citati vengono tirati in ballo in altri romanzi a sproposito, o di proposito per sbrogliare matasse troppo complicate che nel reale non potrebbero districarsi se non con un po' di culo.
Quindi, in conclusione, è un romanzo che non entrerà nella storia, ma che comunque fa il suo sporco lavoro di intrattenere il lettore, facendolo riflettere (un pochino, dai) anche sui massimi sistemi della vita.
Giudizio: 3 su 5

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