Il sangue degli angeli - le prime pagine



Non definirei l’esperienza del tutto vana. Secondo questi nuovi dati, forse abbiamo l’eccellente occasione di catturare un fantasma e di conservarlo indefinitamente.
Dott. Egon Spengler – Ghostbusters

1.
Nuvole basse si rincorrevano in un cielo color sabbia mentre il sole giocava a rimpiattino con le ombre lungo le pareti di granito della Biblioteca Civica di Marina.
Gente imbacuccata nei cappotti si affrettava lungo la via antistante l’edificio espirando nuvole di vapore che stentavano a disperdersi nell’aria fredda e pungente del mattino.
Leoni di marmo alla base della scalinata scrutavano i passanti con aria severa, con un tacito ammonimento a non sottovalutare la cultura che albergava nell’austero edificio.
Nella sala dedicata agli autori horror, un’apprendista stava lottando con una catalogazione alfabetica a dir poco confusa operata da una qualche collega precedente, la quale in quel momento stava senza dubbio facendo di meglio. Una lampada al neon difettosa sfarfallava con ticchettii intermittenti rendendo difficoltoso riconoscere i titoli sul dorso dei libri e nell’aria c’era un sentore di muffa e vecchie pagine ingiallite.
Teodora, Dora per gli amici, stava litigando con gli autori dall’iniziale in F e non riusciva a comprendere perché un classico dell’esoterismo come Fulcanelli potesse essere finito tra gli scrittori dell’orrore contemporanei.
Espirò rumorosamente, esasperata dall’incompetenza delle colleghe, e alcuni riccioli di polvere scivolarono con pigrizia verso il pavimento di marmo a scacchi.
Dora agguantò Il mistero delle cattedrali e si accinse a uscire dalla stanza. Sentì dietro di sé un movimento strano, furtivo, come se qualcuno nascosto nella stanza non volesse farsi vedere. Si voltò di scatto, ma non notò altro che file di scaffali ricolmi di libri.
Scosse la testa. Era uno scherzo che da un po’ di tempo il suo cervello le giocava mentre era rinchiusa in quella sala, forse era solo stanca.
Poi però udì chiaramente un suono giungere da dietro le spalle. Un raschio, come se qualcuno stesse spostando con poca delicatezza una sedia.
“Ehi! C’è qualcuno lì?” domandò girandosi in direzione del rumore, cessato nell’esatto istante in cui aveva aperto bocca.
La stanza rimase in silenzio, muta come lo era stata prima del suono inaspettato. Dora rimase a fissare il punto da cui era giunto, ma l’evento non si ripeté. Cercò di convincersi che quelle stanze e, soprattutto, quegli scaffali, producessero scricchiolii dovuti alla loro antichità. Strinse il libro contro il petto e si rimise in marcia.
A pochi centimetri dalla soglia i libri iniziarono a cadere dall’alto, come mossi da una mano invisibile. I fogli imprigionati nelle centinaia di pagine svolazzarono all’improvviso e il rumore ricominciò, più intenso.
Dora urlò, si lanciò nel corridoio e fuggì. I libri intorno a lei sembravano imbizzarriti. Alcuni schedari si spalancarono eruttando fogli che presero a volare come farfalle impazzite.
Dora corse a perdifiato mulinando nell’aria le braccia e la mano che ancora stringeva saldamente il volume di Fulcanelli. Dribblò schedari aperti e libri caduti, si tolse istericamente fogli dai capelli e svoltò l’angolo verso il corridoio delle scale che conducevano al piano terra.
Dietro l’angolo però si immobilizzò, impietrita dalla visione che le si parò di fronte. Non riuscì a gridare. Gli occhi rotearono facendo apparire le orbite bianche e lei crollò sul pavimento.

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