Inferno 17 - prime pagine


Paolo aprì gli occhi sulla penombra della sua stanza, la sveglia stava scuotendo l’aria viziata con colpi di maglio quasi dolorosi. Arrestò quel flusso diabolico tirando una gran manata sulla testa della maledetta e poi si girò dall’altra parte ripiombando immediatamente nel mondo dei sogni.
Dopo nove minuti e quattordici secondi la fastidiosa cacofonia ritornò a tartassare il mondo onirico dove stava galleggiando con gioia. Bersagliò di nuovo l’odiata macchinetta e decise che ne aveva avuto abbastanza. Scostò le coperte, si stiracchiò e appoggiò i piedi sul pavimento freddo in cerca delle pantofole. Le trovò dopo undici secondi e poi andò in bagno a immergere la testa nel lavandino colmo di acqua gelata.
In cucina Giulia aveva già preparato la colazione: caffelatte e brioche scaldate nel microonde.
«Buongiorno, amore», lo salutò.
«Speriamo», rispose Paolo, e le baciò il collo.
Lei era già vestita di tutto punto, pronta per andare al lavoro, ed era già uscita a comprare il giornale. Lui si accomodò davanti alla sua tazza fumante, spezzò un croissant e ne immerse completamente una metà nel liquido bollente. Con due bocconi famelici fece sparire il pezzo inzuppato e lo ingollò senza quasi sentirne il sapore.
«Sei disgustoso alla mattina.»
«Grazie, anche tu sei molto carina.»
Lei sorrise e gli lanciò il giornale, Paolo lo prese al volo e lo spalancò sul tavolo di fianco alla tazza. Lesse gli articoli in prima pagina e poi sfogliò velocemente per raggiungere le inserzioni di lavoro. Giulia rimase in piedi, appoggiata al lavandino a soffiare sulla tazzina fumante di caffè.
«Qualcosa di interessante?»
Paolo le fece cenno di attendere perché non aveva ancora finito di leggere tutto quanto, agguantò l’altra metà della brioche e la affondò nel caffelatte. Nella prima pagina lesse solo di incarichi per operai specializzati e tornitori esperti, ma nella pagina successiva la sua attenzione fu subito catturata da un riquadro bordato con l’annuncio scritto in grassetto. Diceva: “Cercasi Infermiere con esperienza pluriennale per incarico di responsabilità, buona retribuzione. Presentarsi in orari di ufficio presso Clinica Villa Palmieri oppure telefonare al numero xxx. Astenersi perditempo.”
Paolo lo rilesse un paio di volte, poi guardò Giulia e infine il croissant che galleggiava mollemente nel caffelatte.
«Allora?» insisté lei.
«Leggi questo.»
Girò il giornale verso di lei e le indicò il riquadro. Lei si chinò verso il quotidiano e per poco non rovesciò tutto il suo caffè sulla pagina. Appoggiò la tazzina e lesse.
«Interessante», fu il suo unico commento.
«Penso che telefonerò stamattina stessa.»
«Bene, dipende sempre dallo stipendio.»
«Ovvio, Giulia, non sono uno sprovveduto.»
«Certo, scusami.»
La donna fece una smorfia strana e sorseggiò il caffè. Paolo fece spallucce e tornò a leggere il giornale in cerca di qualche altro annuncio interessante, ma l’unico degno di nota sembrava essere quello. Giulia finì il caffè e mise la tazzina nel lavandino.
«Ciao, ci vediamo stasera», disse, e gli stampò un bacio fretto-loso sulla guancia.
«Okay.»
Poi lei scomparve lasciando nell’aria il profumo di gelsomino con cui si inondava sempre il corpo. Lui annegò un’altra brioche nel caffelatte, la mangiò stavolta in tre bocconi e poi bevve quel che rimaneva della bevanda ormai tiepida. Guardò l’orologio a forma di mucca vicino al contenitore dello zucchero e notò che non mancava molto alle otto. Sospirò, era già ora di prepararsi per andare al lavoro. Aveva sempre amato aiutare gli altri, ma l’incarico alla casa di riposo in cui lavorava da cinque anni l’aveva stancato: niente incentivi, nessuna prospettiva di promozione e un salario che era rimasto sempre uguale nonostante avesse più volte dimostrato di essere uno dei più professionali. Mollò la taz-za nel lavandino e andò in camera per prepararsi. Tornato in cu-cina, strappò la pagina con l’annuncio e uscì di casa.

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