Netgamers - le origini


Era da diversi anni che volevo scrivere un romanzo che parlasse di videogiochi, di videogiocatori e della dipendenza che ne deriva.
Per esperienza diretta, naturalmente: è praticamente da quando esistono gli home computer che ho iniziato a giocare e a sviluppare una dipendenza da videogames. Sono passato attraverso vari stadi, dal grave a periodi di astinenza forzata.
Così ecco l'idea di parlarne in un romanzo. Negli anni ho fatto diversi tentativi. Nel 1999 scrissi per NGI un racconto a puntate, Sangue sul quad, che parlava delle avventure di un giocatore di Quake2 che finiva dall'altra parte mentre il suo alter-ego veniva proiettato nella realtà, con tutte le conseguenze del caso. Il primo tentativo di romanzo invece parlava di un giocatore di Quake 3 Arena che voleva diventare professionista e partecipava a diversi tornei, trascurando tutto il resto, ma non ero soddisfatto e lo mollai praticamente dopo aver scritto poche pagine.
Stesso discorso per il secondo tentativo che era ambientato in un MMORPG in cui si potevano vincere anche soldi reali.
Nel 2009 iniziai Netgamers stavolta con idee ben precise su quello che volevo creare, e l'universo in volevo che i miei personaggi, reali e virtuali, interagissero.
Come per ogni manoscritto ci furono momenti di difficoltà, attimi di sconforto, ma la volontà di concluderlo fu più forte. Grazie poi al sapiente lavoro del mio editor che mi diede, come al solito, preziosi suggerimenti che migliorarono decisamente l'opera.
Ho faticato molto, soprattutto a tagliare diverse pagine del party perché appesantivano inutilmente la storia e a riscrivere e allungare il livello della vita dei personaggi virtuali.
Alla fine Netgamers ha visto la luce, sta riscuotendo un discreto successo e di questo sono molto soddisfatto.

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