Capitan Low di Diego Bortolozzo

Appena acquistato e iniziato mi ha fatto tornare subito col pensiero alla mia infanzia e a Capitan Harlock (zum zum!), e l'avranno detto tutti, i known. Solo perché ci sono i pirati dello spazio e via dicendo, ma il richiamo finisce lì.
Devo essere sincero, mi aspettavo molto di più. A parer mio lo stile dell'autore e fin troppo telegrafico, sintetico, asciutto. Intendiamoci, a me non piacciono le descrizioni di 62 periodi, con voli pindarici, metafore ardite e barocche e arzigogolature varie, ma qui si è all'opposto, cioè veramente l'essenziale, con poca sostanza. Sembra una lista della struttura narrativa sviluppata per punti sintetici e poi pubblicata così. Troppo spesso ho avuto la sensazione di una chiusura sbrigativa, senza nessun approfondimento.
Inoltre i personaggi non hanno spessore, la loro caratterizzazione non è convincente, non si entra in empatia con nessuno di loro, sembrano proprio personaggi di carta e non ti coinvolgono nella storia.
Il plot, come è logico supporre, non è nemmeno originale, ma di questi tempi trovare qualcosa di questo tipo è raro, in fondo la storia è godibile, il tessuto narrativo ben strutturato e intrigante, anche se si perde un po' nel finale.
Un vero peccato, perché per me, stile e, soprattutto, personaggi sono parti fondamentali di un libro, senza protagonisti convincenti la storia non decolla.

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